E il naufragar m’è dolce in questo mare … di libri

E il naufragar m’è dolce in questo mare … di libri

Blu, azzurro, grigio, nero, il mare ha diverse sfumature, ma non solo di colore. Il mare, infatti, può avere diverse valenze simboliche: calma, felicità, serenità; può esprimere uno stato di meditazione o di eccitazione; può essere simbolo di vita o di morte; può rappresentare il viaggio, vero o metaforico.

Incipit23 ha selezionato per voi 5 titoli per cogliere e apprezzare tutte le sfumature del mare!

mareL’Uomo che chiama le balene

Sfondo e protagonista della storia, il mare ne L’Uomo che chiama le balene porta con sé riflessioni sul rapporto tra uomo e natura, relazioni sociali e umane.

Hermanus, Sudafrica. La stagione delle balene è iniziata e sono arrivati i whale watcher: turisti dalle camicie fiorate e dai binocoli costosi, determinati a osservare le grandi creature marine nel loro habitat naturale. Ma, dopo che i turisti se ne sono andati, l’Uomo che chiama le balene resta lì, a corteggiare la balena Sharisha con i richiami del suo corno di kelp. Al contempo Saluni, l’ubriacona del villaggio, è infatuata di lui, completando il quadretto di un bizzarro triangolo amoroso.

Ci vorrà del tempo perché l’Uomo che chiama le balene inizi a ricambiare il suo amore. Ma, anche quando la coppia sembra finalmente unita, l’ombra di Sharisha resta lì, a catalizzare le attenzioni dell’uomo, rendendo Saluni pazza di gelosia. Finché, un giorno, non decide di liberarsene per sempre.

Sullo sfondo di un Sudafrica post-apartheid, segnato da ferite mai completamente rimarginate, Zakes Mda racconta con grande delicatezza una storia in bilico tra passato e presente, uomo e natura, amore e ossessione.

Sposa del mare

E se la risposta a tutte le domande e i dubbi sulla propria identità si trovasse al di là del mare?

Cleveland, Ohio. Saīda e Munīr, giovane coppia di studenti sauditi, aspettano la loro prima figlia. Ma la parola divorzio sussurra già all’orecchio di lui, ed è solo una questione di tempo prima che il loro matrimonio arrivi alla sua inevitabile conclusione. Quando Munīr torna in Arabia Saudita, lasciando Saīda negli Stati Uniti con la piccola Hanadi, dà per scontato che la ex moglie rispetterà le convenzioni della fede: crescere la bambina fino ai sette anni, per poi consegnarla al padre. Ma Saīda, decisa a restare negli Stati Uniti e terrorizzata all’idea di perdere la figlia, rapisce Hanadi, sparendo dalla circolazione insieme a lei. È l’inizio di una ricerca disperata per Munīr, tra investigatori privati e false piste che sembrano non portare da nessuna parte.

Finché, dieci anni dopo, Hanadi scopre la verità. Non solo suo padre non è morto, ma c’è un’intera famiglia che la aspetta al di là dell’oceano: una famiglia saudita, custode di un pezzo della sua identità che credeva smarrito per sempre.

Esordio letterario acclamato in tutto il mondo, Sposa del mare di Eman Quotah è un romanzo corale che si districa tra immigrazione, culture, religione e famiglia, un ritratto intimo e personale di sofferenza e guarigione. Perché è attraverso il dolore, la distanza e l’amore che si finisce per incontrarsi davvero.

mareI pesci non hanno gambe

Vento, mare ed eterno: i tre punti cardinali per orientarsi in un viaggio, reale e simbolico, alla ricerca del sé.

Tutto comincia con l’amore, questa «esplosione solare che ti distrugge la vita e rende abitabili i deserti», ma che con il tempo può raffreddarsi diventando un banale martedì. Ed è l’urgente ricerca di se stessi e della felicità a guidare questa insolita storia famigliare, che procede a flashback nel tempo e attraverso i due angoli opposti d’Islanda, da un arcaico fiordo dell’est alla piana di Keflavík, «il posto più nero del paese», che ha avuto il suo unico periodo di splendore all’epoca della controversa base americana, quando navi cariche di prodotti mai visti venivano accolte come messaggere di nuovi tempi, ponti verso il mondo e la modernità.

Una storia di pescatori che vogliono navigare fino alla luna e di astronauti americani che si addestrano all’allunaggio nei campi di lava, di giovani sognatori che scoprono i Beatles e i Pink Floyd e di monelli che assaltano i camion USA per fare scorta di M&M’s. Un romanzo corale in cui tanta voce hanno le donne e la stessa natura parla per raccontare l’anima di un paese, e quel potere delle parole di dare corpo ai desideri e decidere destini, di farci affrontare le acque più insidiose, anche se non sappiamo nuotare, anche se i pesci non hanno gambe.

Carnaio

Finalista del 57° premio Campiello, Carnaio è una storia potente e tristemente attuale, ci racconta come il mare si può trasformare da un orizzonte di speranza ad un incubo.

Giovanni Ventimiglia è un pescatore, da tutta la vita raccoglie nelle sue reti acciughe e granchi, anche se negli ultimi anni il mare è diventato avaro e sulla sua piccola nave non ha più un equipaggio. Ma un giorno di marzo Giovanni attraccando al pontile trova un cadavere, un uomo che in ammollo dev’essere stato per giorni, un ragazzo non di quelle parti, forse dell’Est o del Sud, uno di colore comunque.

E dopo di lui, i ritrovamenti di cadaveri sbiaditi dall’acqua, tutti giovani, tutti neri si susseguono, senza che le autorità locali riescano a trovare un filo, cumuli di cadaveri da seppellire, identificare, gestire. E da DF chiedono aiuto, ma da Roma prendono tempo, impongono accertamenti, tanto che, per non venire sommersi, i cittadini saranno costretti a escogitare un sistema per affrontare l’emergenza, e poi nel tempo trasformarla in profitto. Con uno sguardo che ricorda Saramago e Bolaño, Carnaio è un incubo di carne e soldi, la profezia di un mondo prossimo, in cui l’ultimo passo verso l’abisso è già alle nostre spalle.

Il respiro dell’isola

Che sia un ritorno alle proprie radici o l’inizio di una nuova vita, il mare rimane un punto di riferimento, un porto sicuro e una speranza in un futuro migliore.

Angela, Adele, Amina. Tre donne le cui vite si intrecciano sulla stessa Isola. Andare e venire, partire e tornare, perdersi nel continente. Eppure il respiro costante dell’Isola alita sulle loro esistenze tanto da farle sentire d’un tratto, in un modo o nell’altro, isole esse stesse.

Un vento che trascina con sé odori e sapori: origano, capperi e peperoncino condiscono quella che, pagina dopo pagina, può essere letta come una storia universale, un messaggio di speranza per chi valica i confini della (in)certezza muovendo verso mete imprevedibili e trovando, perché no, un briciolo di serenità dall’altra parte del mare o semplicemente facendo un giro attorno all’Isola in cui in fondo ha sempre abitato.

Ti aspettiamo in libreria con tante altre proposte dedicate al mare e a tutte le sue sfumature!

Ci trovi in via Casoretto, 42.

Chiara Giunta

Studentessa di Editoria all'università degli studi di Milano
Chiudi menu
×
×

Cart